A Carnevale puoi essere chi vuoi. Basta il vestito giusto.
Storicamente Carnevale era visto proprio come un momento di “riequilibrio sociale”, un mondo alla rovescia, in cui attraverso il travestimento, le persone, per un giorno, riuscivano a interpretare un ruolo sociale anche molto diverso dal proprio, tanto da fare di uno schiavo un re – anche se, nel più classico dei casi, gli uomini usavano travestirsi da donne, come nel caso del travestimento della Gnaga, popolana beffarda, resa con abiti femminili e maschere da gatta. Le maschere un tempo, così come oggi, popolavano le città con fiori e colori, quasi a propiziare l’inizio della stagione in cui tutto si risveglia: la primavera.
E ancora rituali, anche violenti, come la battaglia delle arance di Ivrea e la caccia ai tori di Venezia. Guerriglie che oggi, seppur in alcune città ancora tradizionalmente presenti, diventano per tutti guerre di schiuma e coriandoli.
Dal 24 febbraio all’ 1 di marzo, le strade si coloreranno di festa e risate, in una prova di ritorno alla normalità, che tanto farà bene soprattutto ai nostri bambini.
Venezia: la regina del Carnevale
“Buongiorno signora maschera!”, questo era il saluto che si poteva sentire tra le vie di Venezia all’incontro di un nuovo personaggio.
Eppure, pensate, nel 1296, anno in cui la festa divenne ufficiale, la Repubblica di Venezia si distingueva per i rigidi limiti imposti dalla morale e dall’ordine pubblico. E fu proprio questo, paradossalmente, a rendere necessario un grande evento come il Carnevale per sfogare tensioni e malumori.
Da qui giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori organizzavano spettacoli ed esibizioni in grado, da sole, di sovvertire per qualche tempo le priorità produttive ed economiche del popolo veneziano.
I festeggiamenti sarebbero durati ben sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, rallegrando tutti i punti di attrazione della cittadina. Maschere che, per forza di cose, contaminarono la tradizione teatrale con la commedia dell’arte, il tutto sempre all’insegna della trasgressione più sfrenata. Negli eleganti palazzi veneziani, invece, spazio a sontuosi balli in maschera, che segnavano l’inizio, di fatto, di un’affascinante tradizione che fece di Venezia calamita di migliaia di visitatori provenienti da tutta Europa.
Trasgressione che ben presto si tramutò però in abuso ed eccesso di persone che, potendo contare sull’anonimato conferito loro dalle maschere, si dilettavano in furti, ruberie e molestie. Nel 1797, con la caduta della Serenissima, il Carnevale pubblico fu abolito, fatta eccezione per le feste private nei palazzi veneziani per il divertimento dei benestanti.
Solo 200 anni più tardi, si decise di recuperare il valore di questa tradizione che, indiscutibilmente, continua a essere una formula di successo per Venezia in tutto il mondo.
Maschere e Tradizione Teatrale
Come già sottolineato, è innegabile la reciproca influenza fra Carnevale e Teatro. Con la commedia dell’arte, infatti, alcune maschere sono divenute talmente celebri che, oltre a rappresentare caratteristiche umane universali, finirono con il legarsi simbolicamente ad alcune fra le più importanti città italiane.
Arlecchino è ad esempio una celebre maschera di Bergamo, che si distingue per un vestito coloratissimo, fatto di tanti pezzi di stoffa diversi. La storia narra infatti di un bambino povero che, per partecipare a una festa in maschera a scuola, ricevette dalla madre un vestito fatto di pezzi di stoffa di scarto. Nella commedia è rappresentato come un servo pigro, sempre pronto a trafficare qualche imbroglio destinato, in ogni caso, a finire male.
Colombina è una maschera tipicamente Veneziana, tradizionalmente pensata come la moglie di Arlecchino. Nella commedia è una serva scaltra, in combutta con la sua padrona per intrighi amorosi e non.
Il personaggio di Balanzone, bolognese d’origine, è invece l’avvocato o medico panciuto che dispensa consigli spacciandosi per un intellettuale di tutto rispetto. Il suo latino però è tragicomico e i suoi discorsi prolissi e senza senso.
Pulcinella è una delle maschere più antiche d’Italia, simbolo della tradizione carnevalesca napoletana. In genere è rappresentato come un servo svogliato, sempre alla ricerca di scorciatoie e sotterfugi per non lavorare e guadagnare anche qualcosa. Si rivela però un bonaccione combina guai che alla fine, con un po’ di estro, riesce sempre a cavarsela.
I carnevali più famosi d’Italia
Oltre a Venezia, apripista dei festeggiamenti di Carnevale già dai primi di Febbraio con il tradizionale Volo Dell’Angelo in Piazza S.Marco, sono diversi i festeggiamenti nelle altre città italiane.
Menzione particolare per il Carnevale di Viareggio, in Toscana. Con 3 colpi di cannone, inizia ogni anno la celebre sfilata di carri a sfondo satirico realizzati in cartapesta in sedici hangar-laboratori posti in un’enorme piazza.
Delle creazioni artistiche davvero mastodontiche, che fanno di Viareggio una delle mete più gettonate in questo periodo.
Il Carnevale di Ivrea spicca invece proprio per la rievocazione di quel famoso spirito guerrigliero dei primissimi tempi. Una battaglia di arance fra il popolo, “gli arancieri a piedi”, e le armate del Feudatario, ovvero lottatori che rispondono agli attacchi allo stesso modo, trainati da cavalli su di un carro. Una rivolta che infiamma gli animi dei visitatori che giungono ogni anno da tutto il Piemonte.
Carnevale in Cucina
Il Carnevale è allegria, festa e…dolcezza. Chiacchiere, castagnole, ravioli dolci e tortelli: ogni regione con la sua tradizione. Cenci, frappe, crostoli, intrigoni… tanti modi per dire chiacchere. Farina, zucchero, uova, burro e una componente alcolica dolce, come il Marsala. Un impasto semplice, da dividere in diverse forme geometriche con una rondella dentata e da friggere in abbondante olio, per poi essere spolverate con zucchero a velo. Un’ode alla croccantezza che conquista davvero tutti.
Le castagnole devono invece il loro nome alla forma che ricorda quella delle castagne. Palline di pasta fritta a base di farina, burro, scorza di limone, lievito e zucchero. Possono anche essere cotte al forno e farcite con crema o ricotta. Da mangiare in un solo boccone. Esistono anche delle varianti regionali come i Cenci al Vin Santo e le chiacchiere Piemontesi, chiamate bugie, servite con zabaione caldo.
Consigli per un Carnevale unico!
Ecco a voi alcune idee originali per i vostri travestimenti.
- Molta ispirazione potrete trovarla nei successi Netflix come Squid Game e La Casa di Carta.
- Per i più piccoli, i mondi Marvel o Disney sono sempre dei buoni contenitori da cui attingere.
- Per le coppie, cappuccetto Rosso e il lupo, gli hippies, o perché no dei simpatici folletti!
Lasciatevi andare e sorprendete i vostri amici con la vostra originalità stravagante. Tanto si sa: a Carnevale, vale tutto!